venerdì 21 dicembre 2007

Grittibänz


Un post un pó speciale per la festa piú attesa dell'anno.É dedicato a due personcine molto importanti, che mi sento tranquillamente di definire i due piccoli uomini piú belli del pianeta! E siccome vivono lí dove San Nicolao il 6 dicembre fa le veci di Babbo Natale, non puó proprio mancare il Grittibänz, ometto di pane dolce tipico della tradizione svizzera di quel giorno e di tutto il mese di dicembre. Allora bimbi, siete stati buoni o cattivi? :D

per 4 grittibänz

1/ kg farina
1 bustina lievito granulare
sale
2 dl circa di latte
1 cucchiaio zucchero
50 gr burro fuso
1 uovo

e poi:

1 tuorlo
poco latte
pinoli, mandorle, uvetta

Disporre la farina a fontana ed aggiungervi il lievito. Sciogliere il sale nel latte caldo ed unirlo insieme all'uovo, al burro fuso ed allo zucchero. Cominciare a mescolare partendo dal centro con un cucchiaio di legno, incorporare via via tutta la farina. Cominciare ad impastare e continuare per circa cinque minuti, fino ad ottenere un composto liscio ed elastico. Incidere a croce la pasta e lasciarla lievitare per un'ora circa (ma io per questioni di planning l'ho lasciata lí almeno mezz'ora in piú).
Riprendere l'impasto e dividerlo in quattro parti uguali. Prendere un pezzo per volta e dargli con le mani una forma oblunga; ora, forbici alla mano, fare un'incisione verticale profonda partendo dal basso per creare le gambe, poi due incisioni laterali a mezz'altezza per ottenere le braccia. Ora sempre con le mani modellare la parte superiore, ovvero la testolina dell'ometto. Modellare le braccia a piacere: a me sembrava carino con le mani giunte al petto...:)
Armati di nuovo di forbici, stavolta possibilmente piú piccole, incidere con tagli paralleli la parte superiore della testa, saranno i capelli! Infine, utilizzare la frutta secca per gli occhi e tutto quello che vi salta in mente :). Disporre gli ometti sulla placca rivestita di carta forno e mettere in frigo per una mezzoretta. Infine, sbattere il tuorlo con pochissimo latte e usarlo per spennellarli prima di cuocere in forno giá caldo a 200 gradi per 15-20 min al massimo, con la placca al centro per evitare che i nostri pupazzetti si coloriscano troppo.
¡Feliz Navidad a todo el mundo!

martedì 18 dicembre 2007

Dulce de leche al ciocco fondente, grazie Pedro!































É la seconda volta che preparo questa variante. Beh, avete presente il guscio di cioccolato del Mars? Il sapore di questa cosina gli si avvicina parecchio...
Totál, inutile mettersi a pensare ai livelli di glucosio ed alla cellulite...é troppo buono! E poi, sono problematiche che a questo punto dell'anno é meglio rimandare al dopo-Feste...o no? :D Perció, se avete dalla vostra le due condizioni necessarie e sufficienti, cioé circa due ore a disposizione e una pentola abbastanza grande, mettetevi all'opera, per regalarlo o finirlo subito a colpi di cucchiaino...

per un barattolo da 350 gr circa

1 l latte fresco intero
gr 220 zucchero
1 pizzico di bicarbonato
gr 75 cioccolato fondente (per me, al 70%)

Versare il latte nella pentola ed aggiungere zucchero e bicarbonato, portare all'ebollizione a fuoco vivace. Dopodiché, abbassare la fiamma e lasciar sobbollire mescolando di tanto in tanto. Il latte comincerá poco a poco ad assumere un colore prima crema e poi via via piú carico. L'ultima mezzora é importante mescolare con frequenza per evitare che lo zucchero si attacchi sul fondo caramellandosi. Quando la crema avrá raggiunto la consistenza della marmellata, il dulche de leche é pronto. Ora, aggiungervi il cioccolato spezzettato e mescolare con energia per scioglierlo. Io, in maniera poco ortodossa, stavolta ho messo il ciocco direttamente nel barattolo e vi ho versato la crema bollente...Voi non fatelo, e soprattutto cercate di non assaggiarlo immediatamente...come in questo caso, ustioni alla lingua in agguato ;).

venerdì 14 dicembre 2007

Krapfen



L'altro giorno, saltabeccando da un blog all'altro, ho (ri)trovato una ricetta che mi girava nella testa da un pó qui da Sandra di Le pétrin, ma resistevo resistevo proprio per evitare di mettermi a friggere. Ieri peró giacché c'ero...:)


per una decina di krapfen

gr 275 farina 0

1 cucchiaino lievito di birra

1/2 cucchiaino sale

1 cucchiaio zucchero

2 uova piccole (o 1 grande)

25 ml latte
50 ml acqua

scorza di limone grattugiato
+1 cucchiaio rum (facoltativo)
gr 50 scarsi burro morbido


Mescolare in una ciotola grande farina, sale e zucchero. Scaldare latte e acqua e sciogliervi il lievito spezzettato. Fare la fontana ed aggiungere tutti gli ingredienti eccetto il burro. Con un cucchiaio di legno,mescolare incorporando la farina poco a poco, poi lavorare con le mani per rendere l'impasto omogeneo. Ora, cominciare ad aggiungere il burro in piú fasi, lavorando con le mani di volta in volta finché la pasta non sará liscia ed elastica. Riportare nella ciotola e lievitare un'ora e mezza o finché il volume non sará raddoppiato.
Riprendere la pasta, sgonfiarla leggermente e con il palmo delle mani farne un rettangolo spesso da lasciar riposare in frigo coperto con carta trasparente per circa 30 min. Infine, stendere con il mattarello ma delicatamente, in modo da non schiacciare la pasta, a un cm di spessore e con un bicchiere o un coppapasta ad 6 cm ritagliare tanti tondi e disporli su un canovaccio leggermente infarinato. Ancora, coprire con carta trasparente (io ho dovuto anche ungerli leggermente...in inverno qui l'aria é molto secca!) e lasciar lievitare ancora un'ora circa.
Sandra indica che la ricetta originale 'voleva' uno stampino da 9 cm, che peró anche a me sembra un pó grande...ma, come sempre, é questione di gusti.
Scaldare abbondante olio e friggere i krapfen pochi alla volta: attenzione! L'olio non deve essere fumante, altrimenti tenderanno a colorirsi troppo senza cuocere all'interno, quindi fiamma non troppo alta, fate scivolare i dolci nell'olio e quando i bordi sono dorati girateli: io ho calcolato un paio di minuti per ogni padellata. Il tocco finale: mettere un paio di cucchiai di zucchero in un sacchetto gelo grande, e scuotervi i krapfen man mano che sono cotti. ¡Buen fin de semana!

giovedì 13 dicembre 2007

Santa Lucia? Péttole!























In questi giorni ho deciso di fare uno strappo a quella che é forse l'unica regola nella mia cucina: niente fritto. Cosí, visto che siamo nel momento adatto, ho dato vita a quella che é una vecchia tradizione sulle tavole della mia terra dall'Immacolata in poi: le péttole, o píttule come le chiamano nel leccese, palline di pasta fritta che da noi a costo di scottarsi la lingua devono essere mangiate molto calde, col loro sottile strato esterno leggermente croccante se gustate nature - o unite a pezzetti di cavolfiore, alici o addirittura frutti di mare come usano nel barese - o morbide e decadenti quando vengono tuffate nel vincotto di fichi, quel nettare scuro e mieloso che in Puglia e non solo, chi puó ancora prepara con pazienza e dedizione in attesa dell'inverno...
Curiositá: dalle mie parti, l'appellativo péttele viene ancora affibbiato da zie e nonne, e da chi pratica il dialetto in generale, a un individuo di sesso femminile tendenzialmente pettegolo e smaliziato ;). Il nesso? No idea :)

per una ventina di palline

gr 250 farina
gr 15 lievito di birra
gr 100 circa patata lessa e schiacciata
1/2 cucchiaino sale/acqua
cannella a piacere
olio per fritture
pezzetti di alici per la versione salata (eliminare la cannella in questo caso)
vincotto di fichi o zucchero per la versione dolce

Mescolare sale e farina ed eventualmente la cannella, in polvere o pestata nel mortaio come vuole la tradizione, disporre come al solito a fontana in una ciotola capiente, unire la patata. Sciogliere il lievito in acqua tiepida - 100 ml circa - ed unirlo alla farina, mescolando dal centro ed amalgamando il composto poco a poco con un cucchiaio o con le mani. La risultante deve essere morbida ed appiccicosa: aggiungere acqua poco a poco se necessario. Coprire e lasciar lievitare almeno un'ora.
Riprendere la ciotola ed armarsi di un cucchiaio ed una piccola boule riempita d'acqua che servirá ad inumidirlo per evitare che la pasta vi si attacchi. Friggere a piccole cucchiaiate nelll'olio ben caldo, aggiungendo in questa fase, se si utilizzano, uno o + pezzetti di alici prima di calare la pasta nell'olio. Scolare e mettere le péttole via via su carta assorbente. Infine, cospargere di zucchero o tuffare nel vincotto. Pronti a scottarvi la lingua?

mercoledì 12 dicembre 2007

Kaiser Rolls


Ho preso la ricetta fotografata ieri dal libro di Peter Reinhart che mi é servito anche per la brioche. Devo dire che sono sempre piú contenta dell'acquisto! C'é a casa chi ha mugugnato che un panettiere americano, per quanto competente, non puó per ovvi motivi (?) disquisire di pizza e pane toscano. Sará, sta di fatto che il suo approccio al mondo del pane, abbastanza imbevuto di classico pragmatismo americano, a me non dispiace, considerato che ció che ho preparato finora mi ha molto soddisfatta :). E poi non é forse ideale il mix di cuore e cervello rappresentato dal pane impastato da un'italiana - io - con la ricetta di un americano - il signor Reinhart -? ;)
Questi panini sono ideali da farcire con salumi o formaggi. Unica bega, se vogliamo, le dosi in cups ed il tempo di preparazione: calcolate due giorni perché la pâte fermentée ha bisogno di riposare una notte in frigo.

la pâte fermentée:

1 1/8 tazze (cup) farina 00
1 1/8 tazze farina di forza
1 cucchiaino sale
1 cucchiaino lievito di birra in granuli
3/4 tazza acqua tiepida

Mescolare farina sale e lievito in una ciotola o nel robot, aggiungere l'acqua e mescolare a mano oppure, nel caso si lavori con il robot, per un minuto a bassa velocitá. Controllare la consistenza ed aggiungere poca acqua o farina: l'impasto deve essere morbido ma non appiccicoso. A questo punto impastare con il robot per circa 4 min oppure a mano su un piano infarinato. Ungere leggermente d'0lio la ciotola e disporvi l¡impasto, poi farlo fermentare per un'ora circa. Riprenderlo, sgonfiarlo leggermente e rimetterlo nella ciotola. Infine, lasciare una notte in frigo. Utile da ricordare: il lievito puó restare in frigo anche 3 giorni, perció no problem se per cambi di programma all'ultimo momento si é costretti a rimandare la ricetta.

Per una decina di pagnottelle:

1 1/2 tazze pâte fermentée
2 1/4 tazze farina di forza
1 cucchiaino sale
2 cucchiaini malto liquido (in erboristeria e negozi di alimenti naturali)
1 cucchiaino lievito granulare
1 uovo leggermente sbattuto
1 cucchiaio colmo di olio vegetale
10 cucchiai circa acqua tiepida
semi di papavero (o sesamo)

Togliere dal frigo la pâte un'ora prima della preparazione, tagliarla a pezzetti e coprirla con carta trasparente. Mescolare farina sale malto e lievito, aggiungere i pezzi di pasta, l'olio, l'uovo e l'acqua; mescolare a mano o nel robot e poi impastare per 10 min (5 se lavoriamo col robot). Ungere leggermente l'impasto ottenuto e fermentare 2 ore o finché non raddoppia di volume. Poi riprenderlo e dividerlo in dieci pezzi di uguali dimensioni da far riposare per 10 min. Stendere ogni pezzo con le mani ottenendo un cilindro di circa 40 cm e annodarlo su sé stesso (mannaggia ho scordato di fotografare questa fase!). Disporre le pagnottelle sulla placca rivestita di carta forno, ungerle leggermente e lasciarle lievitare coperte per almeno un'ora o finché raddoppiano di volume (di nuovo!). Scaldare il forno a 220-230 gradi, coprire con i semi le pagnottelle e cuocerle con la placca al centro per 10 min, poi invertire la posizione della placca e cuocere per altri 10 min circa abbassando la temperatura a 200 gradi.

martedì 11 dicembre 2007

Per Isabelle Caro


Non mi piace il programma di Cucuzza, né mi sono mai unita agli appelli a sfondo sociale che hanno 'contagiato' la blogosfera negli ultimi mesi, per scelta personale. Ieri pomeriggio peró, mi sono trovata davanti per caso il viso di Isabelle Caro, malata di anoressia e protagonista della campagna pubblicitaria di Toscani di cui tanto si é discusso...e mi é venuto naturale commuovermi come mi capita di rado davanti alla tv.
Considero il mio essere blogger, o gastroblogger che dir si voglia con un approccio in un certo senso 'leggero' e come un modo per divertirmi, é vero. É vero anche che per sua natura, un blog che parla di cucina é quanto di piú lontano possa esistere dal mondo di persone per cui il cibo rappresenta causa e oggetto di infinita sofferenza. Eppure volevo con questa foto inviare un messaggio di vita, proprio perché il pane porta forte in sé il simbolo di quella vita meravigliosa e irrinunciabile, eppure cosí difficile da accettare per chi vive questa condizione. La ricetta, domani.

lunedì 10 dicembre 2007

Barrette ciocco fondente & peanut butter























Se avete assaggiato le famose peanut butter cups americane, queste barrette al cioccolato dovrebbero piacervi...Io le ho tagliate lunghe e strette perché cosí mi facevano pensare ad uno snack al cioccolato :), ma é possibile farne dei cioccolatini di altre forme o addirittura ritagliarli con le formine natalizie! Qualcuno le provi cosí magari vediamo come vengono ;)

per una decina di barrette

gr 150 latte condensato
gr 100 burro di noccioline cremoso o con pezzi
gr 100 buon cioccolato fondente
cacao amaro in polvere

Fondere il cioccolato a bagnomaria o anche al microonde (potenza max per 30', mescolare e fondere per altri 30'). Mescolare in una ciotola burro di noccioline e latte condensato, poi aggiungere il cioccolato fuso ed uniformare il composto. Versare su un foglio di carta forno, appiattire leggermente e coprire con un secondo foglio. Stendere con il mattarello ad un'altezza di un paio di cm, disporre su un vassoio e lasciare in frigo un paio d'ore; eliminare il primo foglio di carta e con un lungo coltello ricavarne delle barrette. A questo punto mettere un paio di cucchiai di cacao in un sacchetto gelo - quelli classici in plastica con la chiusura ermetica - aggiungervi i cioccolatini, scuotere e voilá! Le barrette sono pronte.

martedì 4 dicembre 2007

Biscotti per Natale, si comincia!



Natale é giá nell'aria, e se da una parte rischio giá di andare in
overload con tutte le luminarie giá accese e i bombardamenti pubblicitari a base di panettoni e capitoni e liste-di-regali-must eccetera eccetera, dall'altra l'animo da fanciulla che é in me ha ancora voglia di rivolgere lo sguardo a quelle stesse luci ed alle braci accese nel camino come tutti gli anni...Aiuto, sono Natale-dipendente...Pazienza:), e visto che da qualche parte bisogna pur cominciare, io parto con dei biscotti che ho trovato adattissimi, appunto, alle prossime serate davanti al camino, con in mano un bicchiere di moscato - o un passito o un ramandolo, perché no - e idealmente buoni amici coi quali condividere chiacchiere e risate... Non li avevo mai fatti prima ma mi son piaciuti tanto - morbidi per il cioccolato, croccanti per le noci e profumati per arancia e cardamomo - perció ne prepareró altri in questi giorni raddoppiando le dosi...voi che partite avvantaggiati ;) potete farlo fin da subito!

per 10 pezzi circa

gr 180 farina autolievitante
gr 50 zucchero
gr 75 buon cioccolato bianco

gr 50 gherigli di noce

1 uovo

gr 70 burro

scorza grattugiata di 1 arancia non trattata
1 cucchiaino raso di cardamomo


Spezzettare molto grossolanamente le noci ed il cioccolato, ammorbidire il burro (ma non fonderlo). Disporre in una ciotola la farina a fontana ed aggiungervi tutti gli ingredienti, mescolare amalgamando con un cucchiaio di legno e poi impastare brevemente con le mani fino ad ottenere un impasto consistente ed omogeneo. Scaldare il forno a 180 gradi.
Foderare la placca con carta forno e trasferire la pasta direttamente modellandola con le mani in un grosso cilindro, poi cuocerla al centro del forno per circa 30 min. Sfornare e lasciar raffreddare un quarto d'ora approssimativamente, poi con un lungo coltello ricavare dal cilindro tante 'fette' ed inclinarle sulla placca. Rimettere in forno e lasciar dorare e 'biscottare' per una decina di minuti. Raffreddare prima di servire (ma io non ho resistito e li ho assaggiati caldi e col cioccolato morbido...che bbbuoni!)