In questi giorni ho deciso di fare uno strappo a quella che é forse l'unica regola nella mia cucina: niente fritto. Cosí, visto che siamo nel momento adatto, ho dato vita a quella che é una vecchia tradizione sulle tavole della mia terra dall'Immacolata in poi: le péttole, o píttule come le chiamano nel leccese, palline di pasta fritta che da noi a costo di scottarsi la lingua devono essere mangiate molto calde, col loro sottile strato esterno leggermente croccante se gustate nature - o unite a pezzetti di cavolfiore, alici o addirittura frutti di mare come usano nel barese - o morbide e decadenti quando vengono tuffate nel vincotto di fichi, quel nettare scuro e mieloso che in Puglia e non solo, chi puó ancora prepara con pazienza e dedizione in attesa dell'inverno...
Curiositá: dalle mie parti, l'appellativo péttele viene ancora affibbiato da zie e nonne, e da chi pratica il dialetto in generale, a un individuo di sesso femminile tendenzialmente pettegolo e smaliziato ;). Il nesso? No idea :)
per una ventina di palline
gr 250 farina
gr 15 lievito di birra
gr 100 circa patata lessa e schiacciata
1/2 cucchiaino sale/acqua
cannella a piacere
olio per fritture
pezzetti di alici per la versione salata (eliminare la cannella in questo caso)
vincotto di fichi o zucchero per la versione dolce
Mescolare sale e farina ed eventualmente la cannella, in polvere o pestata nel mortaio come vuole la tradizione, disporre come al solito a fontana in una ciotola capiente, unire la patata. Sciogliere il lievito in acqua tiepida - 100 ml circa - ed unirlo alla farina, mescolando dal centro ed amalgamando il composto poco a poco con un cucchiaio o con le mani. La risultante deve essere morbida ed appiccicosa: aggiungere acqua poco a poco se necessario. Coprire e lasciar lievitare almeno un'ora.
Riprendere la ciotola ed armarsi di un cucchiaio ed una piccola boule riempita d'acqua che servirá ad inumidirlo per evitare che la pasta vi si attacchi. Friggere a piccole cucchiaiate nelll'olio ben caldo, aggiungendo in questa fase, se si utilizzano, uno o + pezzetti di alici prima di calare la pasta nell'olio. Scolare e mettere le péttole via via su carta assorbente. Infine, cospargere di zucchero o tuffare nel vincotto. Pronti a scottarvi la lingua?
giovedì 13 dicembre 2007
Santa Lucia? Péttole!
Posted by angie at 11:34
Labels: Natale, tradizioni
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8 commenti:
Per il pugliese di casa,nn devono mai mancare a Natale perciò anche quest'anno ;-))
Che belle foto Angie bravissima!
Mitiche!!! Si si me la scotterei volentieri la lingua anche adesso!!!
lory: grazie cara! Hai ricevuto la mail?
adrenalina: eddai fai un salto qui! :)
Ciao Angie, dato che ora vivo in Puglia e con un pugliese mi sa che devo proprio imparare a farle. Quelle che avanzano come si possono conservare? grazie ;-)
cannelle: benvenuta! Allora...la morte delle pettole é proprio mangiarle appena fatte, perché tendono a indurirsi; peró, grazie alla patate, restano abbastanza morbide anche il giorno dopo. Grazie per avermi scritto perché avevo scordato di inserire proprio questo ingrediente! Testona ;)
Bene, ho preso nota. Ciao Angie, ti farò sapere come sono venute.
cannelle: ok! a presto
Appreciate your blog postt
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